Il Centro non è un luogo, è una politica, è un'idea inclusiva dell'Italia. In questo momento potremmo avere tre stati d'animo: di compiacimento perché le Europee sono andate bene, le Amministrative meglio, andiamo sereni verso le Regionali; di consapevolezza: noi eravamo sopravvissuti alle Politiche, oggi siamo decisivi e il corteggiamento a cui siamo sottoposti, basato su questioni non politiche, dimostra che tutti riconoscono che siamo decisivi e domani potremmo essere la forza di cambiamento del paese perché‚ questa politica non piace agli italiani. Ma c'è bisogno di autocritica, bisogna fare di piú, il partito ha dato poco rispetto alle nostre possibilità.
Noi non alimentiamo il gossip della politica, noi contestiamo la politica fatta di gossip.
Il Giornale titola "Lo scontro Fini-Bossi fa sognare i centristi": si sono sbagliati. Lo scontro Fini-Bossi rattrista gli italiani, che vorrebbero una politica produttiva, non fa sognare i centristi, non viviamo sulle disgrazie altrui.
Il Centro non è un luogo è una politica, il Centro è un'idea inclusiva dell'Italia, il Centro è un insieme di valori, è un momento di identificazione nazionale, il Centro deve partire dalla ricostruzione dei partiti e delle istituzioni, siamo un Paese in guerra con se stesso, con gli altri, vogliamo un Paese pacificato, un Paese in cui sia possibilie trasmettere un messaggio di verità, di moralità e di speranza ai nostri figli.
Diamo un'immagine della politica caratterizzata solo da festini a casa di escort o piccoli eventi di altro tipo, non ci piace. Non ci piace nemmeno la gravità delle battute che ha fatto Bossi alludendo agli aiuti chimici sulle prestazioni sessuali, questa è una politica di cui mio padre si sarebbe vergognato, è una politica che non porta da nessuna parte.
Pier Ferdinando
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