una Repubblica democratica fondata sul lavoro", in occasione di questa
ricorrenza mi preme sottolineare l'attenzione che questo problema
merita.
Il periodo che stiamo vivendo non è roseo da questo punto di vista,
anzi oserei dire che è piuttosto buio ed ingarbugliato; molte persone
hanno perso o stanno perdendo il loro posto di lavoro a causa della
crisi internazionale che stiamo attraversando e forti sono le
preoccupazioni di coloro che sono coinvolti in prima persona da questo
grave problema. La politica e le istituzioni devono dare risposte
concrete al più presto: non si può perdere altro tempo in quanto i più
colpiti sono sempre i ceti meno abbienti. Come politico e come
cattolico vorrei fare un paio di considerazioni: in primo luogo mi
piacerebbe che coloro che hanno la possibilità di dare lavoro
(imprenditori, commercianti, esercenti e quant'altri) non pensassero
solamente al proprio esclusivo interesse, negando la possibilità di
dare un lavoro a chi non lo ha; infatti poter aiutare un uomo o una
donna dando loro lavoro significherebbe, oltre che risolvere un
problema familiare, ridare dignità ad un essere umano, poiché il
lavoro implica questo alto concetto per ogni individuo. Il secondo
pensiero invece è per tutti coloro che non si accontentano di un solo
lavoro e molto spesso ne svolgono anche due o tre, sottraendo così
delle opportunità a chi invece ne è privo. Questa mia riflessione non
vorrei fosse presa come un moralismo ma come una concreta possibilità
di dare aiuto a tutti coloro che, in questo particolare momento, non
hanno lavoro e si trovano sulla soglia dell'indigenza e della povertà.
Quale migliore occasione della festa del 1° maggio per ricordarci di
tutti coloro che sono nel bisogno e per fare azioni concrete di fronte
alla dilagante disoccupazione che attanaglia questo nostro tempo?
Francesco Gracci
Capogruppo consiliare U.D.C.