Benvenuti

Cari concittadini,
benvenuti nel blog dell' UDC sezione di Empoli. L'obiettivo di questo strumento è la sensibilizzazione e l'informazione del cittadino. Questo nuovo spazio non è solo una mezzo di propaganda a fini elettorali, ma il tentativo di riportare la politica al servizio del cittadino impegnandoci in prima persona. Un obiettivo arduo da raggiungere, ma noi prima come cittadini, poi come esponenti di un partito politico siamo pronti a metterci in gioco per raggiungerlo. Verranno pubblicate su questo blog tutte le iniziative prese dal nostro gruppo consiliare per migliorare la nostra città. Vi saranno anche altri richiami alla politica nazionale e regionale, perchè siamo consapevoli che la sinergia fra i vari movimenti territoriali sia importante per il raggiungimento di uno scopo comune. Siamo altresì convinti che sia fondamentale anche il dialogo con il cittadino e con l'elettore, ecco perchè è stato attivato un indirizzo e-mail dove rispondere alle vostre domande in un periodo di tempo breve: info@udc-empoli.com. Buona lettura.

giovedì 31 dicembre 2009

Sull'ospedale


Gracci e Baroncelli: "Obiettivo eccellenza nella sanità"

I capogruppo di Udc e PdL intervengono sull'ospedale, dai problemi sanitari a quelli della viabilità
30/12/2009 - 14:24
Quando ad ottobre il gruppo U.D.C. presentò l'interrogazione sull'Ospedale si poteva solo prevedere ciò che, purtroppo, è puntualmente accaduto: non passa giorno senza che la stampa locale riporti notizie su lamentele e disservizi dei nostri concittadini alle prese con l'ospedale; in primis per problemi sanitari, ma anche per problemi di viabilità, come spesso evidenziato dal Consigliere Comunale del P.D.L. Borgherini.
Ci auguriamo che la Commissione Comunale sulla Salute possa al più presto terminare le audizioni dei soggetti interessati in modo tale da poter affrontare nel Consiglio Comunale tutti i problemi irrisolti e proporre nuove vie per uscire da questa situazione.
Il nostro modo di fare politica è "propositivo" e non è mai "contro" qualcuno o qualcosa, abbiamo un obiettivo ed è quello che la sanità nella nostra città arrivi ai livelli di eccellenza che si merita, razionalizzando al meglio il lavoro del personale medico e paramedico, diminuendo tempi di attesa per i ricoveri e per gli interventi chirurgici.
Pertanto come politici che sono all'opposizione non allenteremo mai la guardia su problemi importanti come la salute, continuando ad incalzare la nostra Amministrazione Comunale affinché sia sempre sollecita a recepire i segnali di disagio che continuamente emergono dalla cittadinanza, per risolverli, insieme alla ASL, nel più breve tempo possibile.


Gruppo U.D.C.   Capogruppo Francesco Gracci

Gruppo P.D.L.Capogruppo Paolo Baroncelli

mercoledì 30 dicembre 2009

IL CROCIFISSO DELLA “DISCORDIA”

A margine di quanto è accaduto nella sessione del consiglio Comunale di Empoli del 28 dicembre in merito al nostro O.d.G. sulla “questione” crocifisso, mai avremmo immaginato che si sarebbero scatenate violente reazioni da parte della maggioranza (rectius: del PD) su un tema così delicato e in quanto tale al di sopra degli stessi schieramenti politici da presentare un emendamento del tutto uguale e contrario al tempo stesso rispetto al nostro.
In questo emendamento si puntualizzava la strumentalizzazione politica che “l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici e nelle scuole” veniva ingenerato dalla nostra richiesta che, ribadiamo, voleva solo mirare ad evidenziare che l’esposizione di questo simbolo, come autorevoli esponenti di tutti i partiti politici e di tante altre religioni (compreso i musulmani), non lede la dignità e la sensibilità di nessun cittadino. Sono volate accuse di “fondamentalismo insensato”, di “caccia alle streghe”, rievocando il passato, il tempo delle crociate, dell’inquisizione e tutti i danni che il potere temporale della Chiesa ha portato.
Avremmo potuto rispondere con gli stessi toni a queste obiezioni parlando dei danni prodotti da “patologie” politiche come il nazismo, il fascismo e spiegando che in fondo il messaggio di Colui che si trova su quel crocifisso era un altro, che se la donna non è più considerata un oggetto ma ha pari dignità rispetto all’uomo lo si deve proprio agli insegnamenti di Gesù Cristo, che è stato il primo a condannare i padroni che non davano la “giusta mercede” agli operai. L’evoluzione culturale e l’emancipazione poi si deve ai monaci cristiani che hanno impregnato l’Europa con i valori cristiani. Ci sarebbe piaciuto far comprendere, anche a chi è ateo, che il messaggio cristiano è universale e non può essere prerogativa di nessuna parte politica, che in quell’O.d.G. non c’era nessun tentativo di “propaganda elettorale” perché nessun partito si può arrogare il diritto di rappresentare le “vere” istanze dei cattolici e che non è certamente in discussione il principio di laicità dello stato su cui certamente convergono i rappresentanti dell’U.D.C. e del P.D.L.
Tutto ciò però non rispondeva a quello che era l’argomento posto in questione dal nostro O.d.G., volevamo solo trovare una soluzione condivisa fra tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale che ribadisse quello che rappresenta il “Crocifisso”, sia per i credenti che per i non credenti.
Ci rammarichiamo per non esserci riusciti e per l’occasione persa.

Francesco Gracci
Gruppo U.D.C.

Alessandro Borgherini
Gruppo P.D.L.

giovedì 17 dicembre 2009

Repubblica.it - Intervista a Casini

Casini: "Per le riforme serve un fronte comune". "Io leader
del centrosinistra? Se continua l'attacco alla Costituzione, sono pronto"

Casini: "Contro i falchi del Pdl
fronte della legalità Udc-Pd"

L'Udc dice no al processo breve, ma è pronta a discutere di Lodo e legittimo impedimento
di GOFFREDO DE MARCHIS


Casini: "Contro i falchi del Pdl fronte della legalità Udc-Pd"
Pierferdinando Casini
ROMA - Si fida ma continua a mettere le mani avanti: "Se Berlusconi coltivasse, o avesse coltivato vista la smentita, l'insano proposito del voto anticipato avrebbe una risposta repubblicana". Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini pensa che questo sia il momento di un percorso costituente, non delle urne. Ma a Bondi che lo accusa di mirare alla guida del centrosinistra risponde: "In condizioni normali non mi preparo a niente. Se il Pdl invece punta a travolgere i poteri costituzionali, allora mi preparo a tutto". La speranza resta un'altra, "che Berlusconi prenda spunto da quello che gli è capitato per cambiare passo e toni, quando tornerà sulla scena".

Cambiare toni rispetto a Cicchitto, presidente Casini?
"Quello è il minimo. Sono amico di Cicchitto e gli dico chiaro e tondo che ha sbagliato. Si lamenta degli insulti alla maggioranza e poi usa lo stesso linguaggio. Mi auguro che le sue parole siano il frutto di un surriscaldamento temporaneo".

E se rispondessero a un percorso logico che arriva fino alle elezioni anticipate?

"Questo disegno francamente non lo vedo. Sono contento che Berlusconi, prima dell'incidente, l'abbia smentito. Ma in questi mesi abbiamo visto due Berlusconi. Il primo è quello del discorso di insediamento alla Camera, dell'emergenza Abruzzo, dell'intervento sul 25 aprile. Un Berlusconi pallido, purtroppo, perché è sparito subito. Sostituito dalla seconda versione: un premier arrembante, che attacca ferocemente gli organi dello Stato al quale non si può che rispondere con il linguaggio della fermezza".

O proponendo un fronte tra Pd, Udc e Idv, come ha fatto lei. I giornali di destra, per questo, l'hanno inserita tra i mandanti morali di Tartaglia.
"Se abbiamo voglia di ridere ridiamo pure. Se invece facciamo le persone serie, allora queste accuse rientrano nella categoria della miseria umana. Solo chi è in malafede fa finta di non capire la differenza tra la politica e l'odio. La politica contempla la presenza di valori diversi, l'odio prevede solo un mondo di nemici".

Ma il Cln contro Berlusconi implica la lotta contro un dittatore, no?
"Rispondo solo di quello che ho detto io. E che confermo. Se Berlusconi coltivasse, o avesse coltivato vista la smentita, l'insano proposito del voto anticipato avrebbe una risposta, come dire, repubblicana e nazionale".

Con voi ci sarebbe anche Fini?
"Questa risposta secondo me troverebbe dalla stessa parte anche molti esponenti del Pdl, non solo Fini".

Cosa significa cambiare passo?
"Non fare cadere l'appello del capo dello Stato al quale un po' tutti abbiamo risposto con un eccesso di strumentalità. Invece dobbiamo ripartire dal voto del Senato sulle riforme. L'ho detto l'altra sera, incontrandoli di persona, a Bersani e D'Alema. L'ho ripetuto al telefono a Berlusconi e a Gianni Letta. Questo è il momento di chiudere i falchi in gabbia e far volare le colombe. Di solito un partito intermedio come il mio si mette sulla riva del fiume e aspetta che implodano i grandi partiti per trarne un vantaggio elettorale. Noi al contrario vogliamo sederci al tavolo con Pd e Pdl per trovare una via d'uscita all'eterna transizione italiana".

Come?
"Con la riforma dello Stato a partire dal superamento del bicameralismo perfetto, dalla precisazione dei poteri del capo del governo, dalla rivisitazione critica del federalismo voluto dalla Lega che è affidato più ai decreti attuativi che alla legge".

Per arrivare a questo risultato, però, bisogna passare dal processo breve.
"Beh, se il Pdl vuole strumentalizzare l'aggressione a Berlusconi per far ingoiare il processo breve al Parlamento, si sbaglia di grosso. Troverà un fronte legalista nell'Udc e nel Pd. Ma sbaglierebbe anche il Pd a confinare i problemi giudiziari nel recinto privato del Cavaliere. Quei problemi riguardano tutti, anche noi. La strada, l'Udc l'ha indicata. Si è astenuta sul lodo Alfano ed è pronta a discutere del legittimo impedimento. A patto che sia soltanto una misura per il premier, come l'ha scritta Vietti".

Deve cambiare passo solo Berlusconi?
"No, tutti dobbiamo farlo. Ma ognuno rimane con le proprie convinzioni. A me non piace il trasformismo o l'arlecchinismo nazionale per cui adesso, dopo Milano, dovremmo abolire le critiche. Così come non mi piace l'idea di mettere a tacere le voci di Internet o della piazza con leggi speciali. Esistono già delle norme precise, basta applicarle".

Difficile che il Pdl si fidi di voi. Secondo Bondi, lei si prepara a fare il leader e candidato premier del nuovo centrosinistra.

"Non mi preparo a niente. In condizioni di normalità. In casi eccezionali mi preparo a tutto. Sono colomba ma fino a un certo punto. Se il Popolo delle libertà pensa di travolgere i poteri costituzionali, allora anche il mio ordine del giorno cambia".

Per le regionali le sue trattative sembrano più avviate con il Pd che con il Pdl. Sta per fare una scelta di campo?
"Non faremo un'alleanza nazionale né con il Pd né con il Pdl. Il turno di marzo per noi non sarà uno spartiacque perché continuiamo a voler cancellare questo bipolarismo. Io li capisco, però. La destra vorrebbe trascinarci in quella che Berlusconi pensa di trasformare in una sua campagna di santificazione. Il Pd in un centrosinistra non ci appartiene. E che non ci spaccino per buongoverno alcune amministrazioni di sinistra dove il buongoverno nessuno l'ha visto. Andremo con i candidati e i programmi più compatibili con noi".

Come digeriranno l'alleanza con Di Pietro i suoi elettori?
"Diciamo così: in condizioni di normalità io e Di Pietro siamo su due pianeti diversi. E io lavoro per una politica normale".
© Riproduzione riservata (17 dicembre 2009)

mercoledì 9 dicembre 2009

Questione crocifisso

Davide Pelagotti

Questione crocifisso, Pelagotti: "Il crocifisso non è simbolo nazionalista, è un elemento universale"

Il giovane consigliere comunale dell'UDC: "Accogliere lo straniero e rispettarne l'identità però non significa abolire la nostra"
Gonews - http://www.gonews.it/articolo_45029_Questione-crocifisso-Pelagotti-crocifisso-simbolo-nazionalista-elemento-universale.html

martedì 1 dicembre 2009

Profilattici

Crocifisso

Da un punto di vista politico ritengo di dovermi dissociare dalle battaglie pro-crocifisso portate avanti dalla Lega e dai partiti di estrema destra, i quali abusano del Crocifisso, sfruttandolo ideologicamente come simbolo di identità nazionale per portare avanti le loro politiche nazionaliste e xenofobe, politiche che - è evidente - sono l'esatto contrario di quanto quel simbolo rappresenta. Un esempio è l'operazione White Christmas, messa in atto da una Giunta Comunale nel bresciano, sulla quale giustamente anche il parroco del paese si è detto contrario, ritenendo quantomeno improprio usare il nome del Natale per questa iniziativa. E' sbagliato ritenere il crocifisso un mero simbolo di identità nazionale, è ridicola la proposta di inserirlo nella bandiera italiana, ed è assolutamente contrario alla morale cristiana usarlo come arma ideologica contro gli stranieri.
Il crocifisso infatti è un simbolo universale, perché universale è il messaggio del Vangelo.
L'uomo raffigurato nel Crocifisso, Gesù Cristo, che per me credente è Dio fatto uomo, ha dato un solo comandamento: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E ha spiegato il modo in cui lui ci ha amato, cioè morendo sulla croce, dando la vita per tutti gli uomini, soprattutto per quelli che lo odiano. Quindi il Crocifisso è simbolo di questo amore incondizionato per ogni uomo, di amore ai nemici, ai diversi, agli emarginati, ai poveri. E' questo il motivo principale per cui è importante tenere nelle aule e nei luoghi pubblici il Crocifisso, non come simbolo nazionale, ma come simbolo di amore e di pace, e di accoglienza per chi viene nel nostro Paese.
Accogliere lo straniero e rispettarne l'identità però non significa abolire la nostra. L'Europa e l'Italia non possono rinnegare le proprie radici, perché dal cristianesimo deriva l'immenso patrimonio culturale europeo, ma soprattutto derivano i diritti civili e sociali in cui laicamente tutti in Occidente ci riconosciamo. L'idea dei diritti umani, del riconoscere la dignità della vita di ogni uomo, del vedere l'altro, diverso da noi, come un fratello da amare, l'ha portata nel mondo Gesù Cristo. La stessa idea di stato laico, paradossalmente, l'ha inventata Gesù Cristo, quando ha detto "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio". Prima non esisteva lo stato laico, e i cristiani erano perseguitati proprio perché non riconoscevano la divinità dell'Imperatore romano.
Togliere il Crocifisso per rispetto verso le altre religioni non ha senso, infatti per molti musulmani che vengono qui è uno sbaglio gravissimo il disconoscimento della religione cristiana da parte dell'Europa, loro non pretendono che noi si tolga il Crocifisso, per loro sarebbe inconcepibile togliere i propri simboli religiosi nei loro paesi, e credo che nessuno di noi lo pretenderebbe. Molti criticano i cristiani proprio perché rinnegano la propria fede, e hanno ragione a farlo.
Il vero problema è il laicismo, che pretende che la religione sia relegata a fatto privato, da non esternare, disconoscendone il valore pubblico e il ruolo sociale che ha, come è successo in Francia dove sono proibiti tutti i simboli religiosi in pubblico, e disconoscendo il ruolo fondamentale che il cristianesimo ha avuto nella costruzione dell'Europa. Ma anche come è successo adesso in Svizzera, dove sono stati proibiti i minareti. E' una lotta violenta contro la Chiesa e contro i cristiani cominciata con l'illuminismo e la Rivoluzione Francese, e continuata dalle varie ideologie totalitarie del '900, fino all'attuale "dittatura del relativismo", che vieta che siano proclamate delle verità, che in nome di una falsa uguaglianza pretende che i credenti rinneghino la propria fede e che non la professino in pubblico, come fosse una cosa di cui vergognarsi.
Lo stesso simbolo dell'Europa, la bandiera con le dodici stelle, rappresenta la corona di dodici stelle della Madonna.
Mantenere le cose come stanno è anche una questione di buon senso, perché è la gente semplice che lo richiede, che ci tiene a quel simbolo, e non vuole vederlo usato per motivi politici e per battaglie ideologiche.
E' importante tenere il Crocifisso nelle aule e spiegare agli alunni cosa significa quel simbolo, che rappresenta la nostra storia e la nostra cultura, ma soprattutto perché quell'Uomo è colui che ha dato la vita per amore degli uomini, che ha amato i propri nemici cioè noi che lo rinneghiamo, e che ci ha comandato di amare tutti gli uomini con lo stesso amore.

Davide Pelagotti