Benvenuti

Cari concittadini,
benvenuti nel blog dell' UDC sezione di Empoli. L'obiettivo di questo strumento è la sensibilizzazione e l'informazione del cittadino. Questo nuovo spazio non è solo una mezzo di propaganda a fini elettorali, ma il tentativo di riportare la politica al servizio del cittadino impegnandoci in prima persona. Un obiettivo arduo da raggiungere, ma noi prima come cittadini, poi come esponenti di un partito politico siamo pronti a metterci in gioco per raggiungerlo. Verranno pubblicate su questo blog tutte le iniziative prese dal nostro gruppo consiliare per migliorare la nostra città. Vi saranno anche altri richiami alla politica nazionale e regionale, perchè siamo consapevoli che la sinergia fra i vari movimenti territoriali sia importante per il raggiungimento di uno scopo comune. Siamo altresì convinti che sia fondamentale anche il dialogo con il cittadino e con l'elettore, ecco perchè è stato attivato un indirizzo e-mail dove rispondere alle vostre domande in un periodo di tempo breve: info@udc-empoli.com. Buona lettura.

lunedì 30 novembre 2009

Giornata mondiale AIDS

Ho letto sulla stampa locale dell'iniziativa presa da Niccolò Balducci, in qualità di Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Empoli, riguardo alla Giornata Mondiale contro l'AIDS. Riprendendo spunto dall'assemblea studentesca che si è tenuta al Liceo Scientifico Il Pontormo, alla quale ero stato invitato come rappresentante politico sul tema "Laicità dello Stato", voglio ribadire qui il punto di vista di un cattolico impegnato in politica quale sono io in questo momento.
Non credo che il problema possa essere affrontato iniziando con la distribuzione di massa del preservativo e di un opuscolo che ribadisce la pericolosità di questa malattia, e di quanto sia diffusa nel mondo di oggi; oppure riducendolo, come riportato sempre dalla stampa, con le parole venute dal Comune di Capraia e Limite, a "problema che si può evitare senza moralismi, con semplici precauzioni".
Secondo me si deve intraprendere un percorso didattico serio su cosa si intenda per "rapporti sessuali". I cattolici su questo tema hanno le idee molto chiare e semplici. Prima di tutto noi crediamo all'educazione integrale dell'uomo, in particolare dobbiamo aiutare il giovane a vivere bene, con consapevolezza, l'atto sessuale, che unifica le persone, esalta il loro corpo ed è portatore della vita.
Non si può fare "l'amore" mettendo dei limiti (come avere a portata di mano il preservativo, o nella borsetta della ragazza la pillola), vivendo questo momento così bello con un corpo estraneo. I nostri giovani vanno educati fin da ragazzi ad un uso serio del sesso, preparandoli per tempo, e usandolo in piena libertà. Io ai ragazzi ho sempre detto "l'amore va fatto bene".
La cosa è discutibile per i paesi poveri, sia economicamente che culturalmente, e in preda a questo grosso problema, perché là i giovani non hanno avuto a tale riguardo l'educazione che stiamo dando noi ai nostri. La questione è talmente seria e sentita anche dalla Chiesa, che molti vescovi, Cardinal Martini per citarne uno molto conosciuto, tengono aperto il discorso su questo grave problema.
Con questo mio pensiero, io e tutto il gruppo politico UDC vogliamo ribadire che in uno stato laico com'è il nostro, ognuno abbia il diritto di esporre le proprie opinioni, dopodiché ciascun cittadino potrà regolarsi come meglio crede.
E' importante però che i partiti politici ed i loro rappresentanti nelle istituzioni siano ben chiari nelle loro posizioni. Come cattolico e rappresentante dell'UDC nel Consiglio Comunale di Empoli ho voluto esprimere e rendere noto alla cittadinanza empolese la nostra ferma posizione su questo tema.

Francesco Gracci
Gruppo UDC, Consiglio Comunale di Empoli

domenica 29 novembre 2009

Preghiera islamica al palasport

Con molta, forse troppa, leggerezza, venerdì scorso è stato concesso il palazzetto dello sport al Centro Culturale Islamico di Empoli per la preghiera finale del Ramadan. Per l'occasione si sono radunati 300 fedeli musulmani a pregare nella struttura pubblica. E' necessario che si venga incontro alle esigenze anche religiose degli immigrati nella nostra città, ma bisogna tener presente che per i musulmani, i luoghi in cui si ritrovano a pregare diventano subito luogo sacro, di proprietà dell'islam. Ovviamente per la legge italiana resta di proprietà del Comune, ma i musulmani lo considerano proprio, così come è avvenuto nella famosa preghiera che si tenne davanti al Duomo di Milano.

venerdì 27 novembre 2009

Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare

Avvenire - 27 Novembre 2009
LA SFIDA DELL'INTERGAZIONE

Violenze nel Bresciano, ora intervengono i parroci

Dopo la violenza e le polemiche accese, la comunità cristiana della Franciacorta nel Bresciano si mobilita per affrontare il delicato tema del rapporto tra immigrazione e sicurezza. È innegabile la tensione che da una settimana attraversa questa terra suggestiva del profondo nord a ridosso del lago d'Iseo, nota ai più per i vini eccellenti e le dolci colline e finita alla ribalta per fatti di violenza e razzismo. Anzitutto la terribile aggressione la settimana scorsa a una coppia di fidanzati a Rovato ad opera di un immigrato marocchino. E il pestaggio martedì, dopo una fiaccolata, di due kosovari. Coccaglio è invece divenuto noto per la vicenda White Christmas, ideata dal comune per «censire» entro il 25 dicembre gli immigrati irregolari. La denominazione che voleva essere scherzosa e fa infelice riferimento al Natale, come hanno riconosciuto sindaco e assessore alla sicurezza, entrambi leghisti, è valsa agli amministratori l'accusa di razzismo. Ieri è arrivato l'intervento dei sacerdoti delle parrocchie dei comuni bresciani di Adro, Cazzago, Coccaglio, Cologne, Erbusco e Rovato, i quali distribuiranno domenica una lettera aperta indirizzata ai cristiani e agli uomini di buona volontà .

«La nostra gente e i nostri paesi – è scritto nella missiva – che vivono di tranquilla laboriosità e da sempre praticano l'accoglienza, sono improvvisamente diventati oggetto della stampa nazionale per fatti dolorosi e non sempre spiegabili. Prima di tutto vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra vicinanza ai genitori e ai familiari dei due giovani aggrediti dalla pazzia insana e dalla violenza di chi pare abbia agito sotto influsso della droga». Quanto a Coccaglio, i parroci esprimono «stima agli abitanti da sempre testimoni di pacifica convivenza». Entrambi i casi «fanno riferimento alle persone di immigrati, aggressori o bersaglio di dichiarazioni che, come riferite dalla stampa, sono decisamente inaccettabili».

Nella lettera viene riassunto così il difficile momento: «Nella nostra sofferenza ci viene in mente il passo di Geremia: "Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare". Sicuri solo della fiducia in Dio, che si presta a rinascere Bambino tra noi, vogliamo proporre a tutti di incominciare di nuovo». Quindi l'appello alla sicurezza: «Il Signore ci dice di amare noi stessi: per questo richiediamo sicurezza, condizioni di vita fisica e spirituale consone al Vangelo, che da sempre illumina la nostra società, rispetto da parte di tutti». I sacerdoti poi affondano sull'accoglienza: «Perché l'amore del prossimo per noi è un dovere congenito alla nostra fede e perché nel prossimo è presente lo stesso Cristo, vi invitiamo a chiedere le stesse cose anche per coloro che sono venuti a vivere tra noi da altre terre e da altri paesi: a loro come a noi stessi dobbiamo chiedere il rispetto di tutte le regole e di tutte le tradizioni». Per le parrocchie di Franciacorta non è buonismo, ma giustizia. «Dobbiamo chiedere – è scritto – giustizia e severità per chi delinque, qualunque sia il colore della pelle, e non verso chi ha l'unico torto di essere diverso da noi. Solo se tutti crediamo e difendiamo la dignità di ogni essere umano, possiamo sperare che si ricreino quelle condizioni che possono garantire pace e sicurezza. La crisi che incombe, che ci fa tremare per i posti di lavoro, potrà richiedere ancora una maggior solidarietà reciproca, anche, magari, verso quegli immigrati che insieme al lavoro e alla cassa integrazione, dopo sei mesi rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno». Proprio quelli interessati da White Christmas.

«Il cammino - concludono i parroci – non è facile, ma la meta è certa: coniugare il doveroso rispetto e l'amore per noi stessi con l'amore per l'altro, chiunque esso sia». Le comunità parrocchiali si ritroveranno domenica 13 dicembre alle 20,30 nella chiesa di Erbusco per una veglia di preghiera.

Paolo Lambruschi e Carlo Guerrini

lunedì 2 novembre 2009

Toscana: troppi «registri», pochi registrati

da Avvenire - 29/10/2009

Le iniziative largamente propagandate di raccolta dei testamenti biologici in alcuni Comuni si stanno risolvendo nel prevedibile insuccesso

A fare da apripista è stata Pisa: da inizio luglio, infatti, è possibile recarsi a Palazzo Gambacorti, sede dell’amministrazione comunale, e depositare il proprio testamento, mutuato dal modello Veronesi che prevede, sic et simpliciter, la rinuncia ad idratazione ed alimentazione artificiale, escluse invece dal testo di legge-Calabrò, approvato al Senato e ora alla Camera.

Pochi giorni dopo il registro è arrivato anche nel comune di Calenzano, cittadina tra Prato e Firenze: la delibera con cui la giunta dava il via libera a un registro delle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento) è del 28 aprile, ma solo dal 21 luglio i cittadini hanno potuto recarsi a palazzo comunale per depositare le proprie Dat. Si tratta di un modello più articolato di quello pisano, dove il cittadino è invitato ad esprimere se desidera accettare o rifiutare, ad esempio, cure palliative, respirazione meccanica, idratazione e nutrizione artificiale, dialisi, ma anche interventi di chirurgia d’urgenza, trasfusioni di sangue e persino terapie antibiotiche.
Da allora, la corsa all’adozione di un registro per la raccolta di testamenti biologici o delle Dat, ha coinvolto molti altri comuni. Un registro è già operativo a San Giuliano Terme, centro termale all’immediata periferia di Pisa.
Presto potremo vederli anche nei comuni di Firenze, Livorno, Rosignano, Fiesole e Massa, e nel palazzo dell’amministrazione provinciale a Pisa, dove i consigli hanno impegnato le rispettive giunte ad organizzare questo servizio. A Empoli l’approvazione di una mozione vincolante su questo tema è stata preceduta da due manifestazioni pubbliche promosse dall’associazione Liberi di Decidere, dove sono state raccolte sul posto – secondo i promotori – duecento Dat.

Ovunque questa decisione è stata accompagnata da polemiche politiche. Il Pdl ha fatto opposizione. A Massa il gruppo consiliare dell’Udc, che pure appoggia la maggioranza, si è smarcato dall’odg.
Nel Pd, per quanto ci risulta, solo il vicepresidente del Senato Vannino Chiti ha criticato apertamente il documento approvato dal consiglio comunale di Firenze: «Il consiglio comunale non ha competenza in questa materia – ha osservato Chiti –. Occorre una legge nazionale» e dunque sarebbe stato meglio, semmai, sollecitare il Parlamento a fare la sua parte.
«Deliberare l’istituzione del registro del testamento biologico senza fondamento giuridico è un atto privo di efficacia – ha continuato Chiti – che mette soltanto una bandierina su temi che sono invece di estrema serietà e importanza».

Ricorda volentieri le parole di Chiti il capogruppo Udc in consiglio regionale Marco Carraresi. Che osserva però: «Fatta questa debita eccezione, è utile osservare come ormai nel Pd vige il pensiero unico, quello che considera l’aborto un diritto, la pillola abortiva un bel passo avanti, che plaude a Beppino Englaro e alla scelta di far morire di fame e di sete Eluana, quello che sulla fecondazione assistita vuol tornare alla sperimentazione sugli embrioni umani, quello che è a favore dell’equiparazione tra famiglia e coppie di fatto, anche omosessuali».
Si difende il Pd fiorentino: «Quella di una legge che sancisca il diritto al testamento biologico è un’esigenza avvertita dall’80% degli italiani, senza distinzione di fede o di appartenenza
Ma è proprio così? Questa la situazione nelle città che hanno già un registro: a Pisa (88 mila residenti) l’assessore Maria Paola Ciccone aveva presentato la delibera con cui la giunta di Palazzo Gambacorti aveva deciso di istituire un registro per la raccolta dei testamenti biologici, asserendo che essa andava incontro a numerose richieste dei cittadini.
Richieste ridotte a circa cinquanta «dichiarazioni» fino a oggi depositate.
Va un po’ meglio (si fa per dire) a Calenzano, cittadina di 15.700 abitanti, e 24 Dat depositate nell’ufficio del responsabile dell’Urp.
Non sfonda l’idea del testamento biologico a San Giuliano Terme, comune di 31.317 abitanti: chi desidera depositarlo deve recarsi allo sportello (certamente più protetto rispetto agli altri che ha in dotazione l’ufficio per il pubblico) dei servizi cimiteriali.
Un’esperienza che ha fatto, ad oggi, una sola persona.
L’idea che ci siamo fatti è che, dopo annunci altisonanti, nessuno abbia voglia di fare troppa pubblicità a questo servizio. Un esempio? Gli informatici del comune termale, nei primi giorni di lancio del testamento biologico, gli avevano dato una bella rilevanza nella home page del sito: dopo pochi giorni, per scaricare il modulo del testamento occorre addentrarsi in un labirinto telematico da cui uscire risulta difficile anche ad esperti internauti.
Andrea Bernardini